Massimo Fancellu

Coaching per il team

La lezione chiave del corso Gestire il gruppo di lavoro? Osservare. - Massimo Fancellu

La lezione chiave del corso Gestire il gruppo di lavoro? Osservare.

Col follow up dello scorso venerdì, ho chiuso anche la 5^ edizione del corso "Gestire il gruppo di lavoro - Strategie per confrontarsi e guidare con successo il proprio team".
Un corso che continua ad appassionare tanto: chi partecipa e me stesso, che di quel corso sono il trainer.
Un corso di cui posso anche ritenermi pienamente soddisfatto, se il 100% di chi ha partecipato lo ha valutato al di sopra delle sue aspettative.

"Rispetto ad altri corsi già fatti, questo corso non è stato noioso ma, anzi, coinvolgente. Ho piacevolmente apprezzato il fatto che era tutto incentrato sui partecipanti e sulle attività..."

Questo, ad esempio, è ciò che ha scritto Sara, una delle partecipanti, nella sua scheda di valutazione.

L'esperienza outdoor sul Monte Ortobene (Nuoro) della prima giornata, infatti, ha portato subito le persone a sperimentarsi in attività pratiche e coinvolgenti in gruppo: giochi ed esercitazioni all'aperto il cui fine è quello di sfidare sé stessi e gli ostacoli volutamente presenti per arrivare a un risultato prestabilito.

Risultato che si può raggiungere non da soli ma collaborando con gli altri.
 
E proprio sui diversi approcci alla gestione del team e sulle dinamiche di relazione con gli altri partecipanti puntano l'attenzione, appunto, le attività esperienziali proposte.
Da queste intense e divertenti esperienze di gioco ciascuno ha così ricavato informazioni importanti circa il proprio comportamento e le motivazioni che lo hanno spinto ad agire in un modo piuttosto che in un altro.

Apprendimenti riassunti infine dal gruppo in utili "linee guida": ovvero, una sintesi delle strategie vincenti da applicare per lavorare in team andando al sodo senza perdersi in fraintendimenti personali e disfunzioni organizzative. 

A cosa è servito il follow up

La giornata outdoor si è poi chiusa con un "Ok, ed ora tutti a casa (e in azienda) a decantare".
Come un buon vino, infatti, anche la buona formazione richiede dei tempi di sedimentazione prima di sprigionare i suoi risultati migliori.

Per questo, non fisso mai il follow up prima di  una quindicina di giorni dalla precedente esperienza outdoor.
Venerdì scorso, appunto, ci siamo ritrovati per "chiudere il cerchio" e trasformare gli apprendimenti in un piano operativo di azione (uno specifico per ciascun partecipante). 

Ma come si costruisce questo progetto personale di azioni concrete su cui ciascuno lavorerà per guidare con più efficacia il suo team?
Una parte importante del follow up la dedico alla visione dei filmati: rivedere i video delle esercitazioni svolte durante l'outdoor è fondamentale per comprendere e acquisire consapevolezza dei propri comportamenti.
Visti "a freddo" i filmati permettono di osservare sé stessi e gli altri da una diversa prospettiva: vedere cose di cui non ci si era accorti durante l'esercitazione pratica (atteggiamenti, schemi di azione, espressioni) .
Guardare i filmati, perciò, è servito a ciascun partecipante a rivedere sé stesso sotto una luce nuova e a trarre informazioni aggiuntive (a volte anche sorprendenti) riguardo al proprio modo di agire.

Il follow up è in pratica il momento per "tirare le somme": ogni partecipante si è osservato e ha osservato, si è autovalutato e ha valutato la condotta degli altri compagni di corso.
Al termine, ciascuno ha ricevuto una personale "scheda di feedback", una sorta di bilancio in cui sono messi nero su bianco i propri punti di forza e gli aspetti da correggere (di comportamento, organizzativi, di relazione).   

Costruire il proprio piano di sviluppo individuale, a questo punto,  è facile: la "scheda di feedback" fornisce tutti gli elementi necessari per capire cosa mantenere (perchè funziona) e cosa modificare (perchè si è rivelato inefficace).  

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Qual è la cosa più importante appresa nel corso?

Col piano di sviluppo personale, perciò, non si torna in azienda disoccupati e a mani vuote.
Il piano, infatti, è la traccia da seguire ogni giorno per "aggiustare il tiro" ove necessario coi propri collaboratori. E veder così, mano a mano, cambiare ciò che non va nelle interazioni all'interno del team.  
Un risultato pratico, quindi, perfettamente in linea con lo stile e gli obiettivi concreti della formazione esperienziale

C'è un elemento, però, che sta alla base di tutto il processo di apprendimento che ho fin qui descritto. 
Una lezione chiave che, non a caso, tutti i partecipanti hanno riconosciuto come prioritaria per poter cambiare
Infatti, alla domanda "Qual è la cosa più importante che ritieni di aver imparato durante il corso?", tutti i partecipanti hanno risposto allo stesso modo nel questionario: osservare. Ovvero, "valutare il mio comportamento in rapporto al gruppo", "analizzare sé stessi, il contesto e gli obiettivi"... 
Che tradotto, significa: senza vigilanza, osservazione e presenza non si va da nessuna parte (o comunque poco lontano).

Chi era al corso si è reso conto che ciò che davvero aiuta a intervenire in maniera appropriata in un gruppo nelle diverse situazioni è proprio la capacità di fermarsi, guardare e riflettere: sul proprio atteggiamento e su quello dei colleghi, sulle condizioni di partenza, sullo scopo ultimo per cui si vuole fare (o non fare) qualcosa.
E' un'abilità innata? Non esattamente! Certo, qualcuno ha doti di osservatore già più spiccate di altri ma molto, moltissimo si può imparare curando con costanza quest'aspetto (cosa che spesso evita di essere colti alla sprovvista dopo).  
E, sicuramente, il training sull'osservazione sperimentato nel corso offre già delle buone basi per affinare questa capacità. 

Non posso chiudere queste riflessioni, però, senza prima ringraziare tutti i partecipanti: per il loro impegno, il loro interesse e per la grande voglia di mettersi in gioco.  Una due giorni di formazione vissuta da tutti in un clima sereno, disteso e piacevole, decisamente propizio per aggiungere qualcosa di utile alla "cassetta degli attrezzi" della propria leadership.

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Massimo Fancellu
 

Sono un formatore e un Coach professionista specializzato nello sviluppo dei Team aziendali. Col mio metodo “TEAM IN 3 PASSI” aiuto i Team di lavoro che vogliono essere più efficaci ed efficienti. Questo in azienda significa lavorare con più affiatamento, maggior benessere e aumentare la produttività del gruppo.

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